I 3 migliori libri di Ismail Kadaré

Dalla piccola Albania la grande figura in campo letterario, sociologico e anche filosofico, di Ismail Kadare. La patria di questo autore, scossa per tutto il Novecento dalle alterne vicende europee in campo sociale, politico e militare, ha finito per condurre a uno Stato democratico la cui popolazione è finalmente dispersa tra i confini dello Stato stesso e oltre, formando vaste comunità in Kosovo, o altre piccole sacche nei paesi vicini.

Di fronte alla singolare transizione storica albanese, Ismail Kadaré ha assunto il ruolo del critico necessario, della voce discordante capace di opporsi al potere. La sua volontà creativa e umanistica orientata al romanzo finisce per adattarsi in molte occasioni all'impegno necessario di chi ha subito ogni tipo di sopruso.

Il Novecento ha indicato in molti casi orizzonti distopici che oggi si possono considerare più o meno realizzati e che George Orwell rivestito (già Kadaré) di connotati sociopolitici nel 1984. Il punto è che Ismail Kadaré era ed è uno di quelli che fa da contrappunto, di quelli che scrive per ripristinare l'empatia e la nozione critica perfettamente esemplificati in una narrativa di fantasia in cui si materializza la la magia di avvicinarsi al personaggio senza i nostri pregiudizi.

Ismail Kadaré sa che per avvicinarsi a realtà rozze, a lui ben note, non c'è niente di meglio che invitare il lettore ad occupare un'altra pelle, a vedere con occhi diversi, a intrecciare una storia da cui contemplare tesi e antitesi per finalmente scoprire una sintesi narrativa che integra qualsiasi ideologia dalla potente immaginazione, quella che non è responsabile di verità e precetti assoluti.

I 3 migliori libri consigliati da Ismail Kadaré

Il palazzo dei sogni

La mia stima per l'allegorico è nota. Non si può non fissare questo romanzo come il migliore dell'autore. Se prima parlava dell'interesse dell'autore a rivelare i trompe l'oeil dei sistemi politici autoritari, presentati nella sfera sociale come sistemi idilliaci, questo libro è l'equivalente delle più famose distopie di altri autori, molto diversi nel loro genere ma simili nelle loro intenzioni.

Mi riferisco al già citato George Orwell, ma anche a Bradbury con Fahrenheit 451 o a Huxley nel Brave New World. Perché sì, c'è molta fantascienza politica in questo romanzo in cui il regno della morte regna sui sogni dei cittadini.

Mark-Alem è il protagonista di questa distopia in cui lo Stato raccoglie ogni giorno resoconti scritti sui sogni albergati.

Allegoria davvero inquietante che finisce per comporre un ritratto della società albanese in particolare, ma che assomiglia nella forma e nella sostanza a qualunque altro sistema di governo dittatoriale.

Il Palazzo dei Sogni

Il generale dell'esercito morto

Da eventi molto concreti della recente storia albanese, entriamo in un romanzo riflessivo. L'ambientazione si riallaccia a quel bisogno della storia di un albanese come l'autore, deciso a mostrare l'essenza della sua terra d'origine.

Ma oltre a far conoscere questo Paese unico, alla fine finisce per descrivere un panorama molto umano rispetto a qualsiasi altro scenario. Alla ricerca degli eroi della Seconda Guerra Mondiale, deceduti e abbandonati da qualche parte nei Balcani albanesi.

In una trama che si svolge in un lungo periodo di tempo, Ismail Kadaré trasmette le impressioni di quell'umanità votata al destino e alla sopravvivenza.

A volte scopriamo un umorismo austero e in altre, in quella magica composizione totale, ci emozioniamo o ci innervosiamo dai fatti.

La scusa di ritrovare il colonnello Z serve per finire a disegnare un primo romanzo carico di necessità, con il desiderio di dare voce ad affascinanti intra-storie in mezzo alla tragedia.]

Il generale dell'esercito morto

aprile rotto

L'adattamento di alcune norme o leggi come il Kanun in aree come le catene montuose albanesi rappresentano un autentico viaggio verso usi e costumi antichi che sono impressionanti.

Per affrontare una narrazione così intensa come questa, che introduce un lettore profano in un nuovo mondo all'interno del nostro mondo, Ismail ha articolato due storie che forniscono nozioni diverse sull'avvenimento della trama.

Gjorg Berisha cerca la sua giusta vendetta di sangue. È protetto da uno di quei vecchi debiti rituali che ai nostri giorni sembrerebbero inconcepibili, una sorta di reminiscenza medievale. Nel secondo ramo godiamo di un'interpretazione epica di quanto accaduto con Gjorg Berisha.

Durante il viaggio in quel particolare angolo di mondo, lo scrittore Besian Vorpsi si occupa di spiegare ragioni, legando quanto accaduto a valori che sembrano giustificare la vendetta e il sangue in base a valori sacri al Kanun...

aprile rotto
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