I 3 migliori libri di Abilio Estevez

Abilio Estévez si conforma, nel suo aspetto romanzesco e insieme al suo compatriota e contemporaneo Leonardo Padura, un tandem narrativo che trasforma Cuba nello scenario di una moltitudine di trame di vario genere.

Nel caso specifico di Abilio, un pizzico di nostalgia avvolge tutto. Dalle sue costruzioni più storiche alle sue finzioni più pure. Tutto nel suo lavoro ha una componente di protesta che può puntare al politico ma è essenzialmente umanistica.

Di solito accade con scrittori che condividono una vena lirica con aspetti più prosaici. Il risultato è una brillantezza formale che serve anche la causa dell'emotività, l'attento disegno dei suoi personaggi nelle loro trame più intime e nei loro contesti. Estévez può affabulare e atterrare nel banale da un libro all'altro; o anche da un capitolo all'altro. Perché è su questo che si basa la plausibilità dei personaggi per renderli vividi e completi in tutti i loro tratti, dall'emotivo compensato con l'ideologico fino all'onirico...

I 3 migliori libri consigliati di Abilio Estévez

Tuo è il regno

Come direbbe Michael Stipe come frontman dei REM, "è la fine del mondo come lo conosciamo e mi sento bene". Il buon vecchio Stipe non era l'unico che poteva guardare alla fine del mondo con tanta gioia da dedicarle la vivace canzone. In questo libro si intuisce una sorta di apocalisse settaria. Ma in fondo tutto sta assumendo la forma di un'allegoria, di una metafora o addirittura di una parodia verso la seconda opportunità spirituale, verso il più vero viaggio nell'aldilà per tutti...

In una fattoria chiamata La Isla, a breve distanza dall'Avana, vive una piccola comunità su cui incombe una minaccia sfuggente. Lì, in un antico palazzo, in un luogo noto come il Más Acá e circondato da una vegetazione esotica ed esuberante a cui sembrano voler ordinare statue e fontane spettrali, i membri di una famiglia sono come in attesa di un evento che irromperà per loro sempre la sua inerzia ponderata.

Intanto, come segnali di allarme, piccoli incidenti, apparentemente innocenti, continuano ad accadere nel labirinto di un presente impreciso, fatto di ricordi, evocazioni e desideri, mentre l'atmosfera di un turbolento tropico elettrizza gli abitanti di La Isla e li conduce, secondo il libero e capriccioso arbitrio di un essere onnipotente, verso una fine effettivamente annunciata. Chi è questo essere supremo? Potrebbe aver mandato loro il misterioso giovane da quella zona isolata chiamata Afterlife?

Tuo è il regno, Abilio Estevez

Come ho incontrato il piantatore di alberi

Nessun apolide è apolide quanto un isolano della terraferma nell'entroterra. Perché non ci sono più paradisi di quelli perduti, ma le isole sono gli ultimi paradisi possibili sul piano meramente geografico. Si intende così una potente pretesa tellurica nei confronti di persone come Abilio. E da lì nasce questa predilezione per le storie intrastoriche di chi è rimasto e di chi è rimasto, comunque di chi ancora abita come fantasmi ricorrenti che vanno e vengono come onde inesauribili sulle spiagge paradisiache o contro le nebbiose scogliere.

Sebbene tutte le storie qui raccolte siano state scritte fuori Cuba, è importante ricordare, però, che hanno preso forma in quell'altra inesauribile Cuba che Abilio Estévez, nel bene e nel male, porta con sé. E queste storie vogliono rispondere al segreto di un Paese in via di estinzione.

La sua intenzione è quella di girare intorno alla storia vissuta dai cubani, osservarla da un altro punto di vista, un luogo lontano dove luoghi comuni e lodi non arrivano, e cercare di capire il vortice in cui è diventata l'isola. Storie che sono testimonianze di un fallimento. Che vogliono attestare la voglia di vivere anche in mezzo a tanta frustrazione e sprofondamento. I suoi protagonisti hanno perso la memoria o si scopre che ricordano troppo, l'altra forma di dimenticanza. Sono personaggi che creano una realtà parallela per assecondare le meschinità della quotidianità. Che in mezzo a un disastro incomprensibile intendono resistere.

Come ho incontrato il piantatore di alberi

arcipelaghi

La storia di Cuba non sfugge a quella tradizione populista verso la dittatura estesa per gran parte del XX secolo in tutta l'America Latina (e anche oggi se mi precipiti in certi paesi...) La questione è che tali sistemi politici generano spazi sociali convulsi in cui la letteratura deve salvare l'intrastorico verso la realtà ultima di ogni nazione. In questo lavoro, Abilio Estévez ci disegna realtà conosciute di un tempo trasformate in vivide rappresentazioni umane.

Agosto 1933. Gli eventi che in seguito divennero noti come "La Rivoluzione dei Trenta" ebbero luogo a Cuba. L'intera isola contro un presidente autoritario: il generale Gerardo Machado. Quando la situazione è diventata insostenibile, il presidente è fuggito in aereo alle Bahamas.

Il giorno prima, un ragazzo di nome José Isabel (che, ormai anziano, scrive la storia dei tre giorni prima della fuga di Machado) assiste all'omicidio di un giovane in una palude vicino a casa sua. José Isabel vive alla periferia dell'Avana e una serie di personaggi vivono con lui in un villaggio preparandosi alle conseguenze della fine di Machadato e, allo stesso tempo, ricreando nella loro memoria le loro vite dalla guerra del 95, contro la Spagna, a il presente del 1933.

Arcipelaghi, Abilio Estevez
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