Tirannia senza tiranni, di David Trueba




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Dopo il suo romanzo precedente Terreni agricoli, David Trueba si prende una pausa dalla finzione per presentarci un libro con aspirazioni e ispirazioni di saggi sociologici.

Si tratta di pensare un po' al trascendentale, alle sfumature dell'adattamento tra l'antropologico e il sociale. E si tratta anche di acuire, criticare e riflettere sull'opposizione alla nostra deriva come civiltà.

La lettura di questo libro mette in luce il bisogno contraddittorio dell'individualismo. Perché è naturale vendicarsi come persona con le circostanze di ciascuno. Ma l'individualismo è un'arma a doppio taglio al servizio di vari interessi che, alla fine, ci portano all'alienazione...

Se ci atteniamo al concettuale, si potrebbe dire che siamo già immersi nella società onirica. Diritti di ogni tipo per qualsiasi cittadino, aspettativa di vita, spazi per riconoscere tutte le singolarità, democrazia...

Così, in barca presto, l'idea è appesantita da quell'altro mondo in cui non esiste bontà precedente. E purtroppo capiamo che questo è un contrappeso necessario. Al punto da ipotizzare storie catastrofiche di quell'altro mondo travagliato naturalmente dalla notizia..., purché non schizzino l'Occidente, dove vivono quelli di noi che hanno diritti e libertà.

Ma al di là di quell'equilibrio, di quella marcia tra chi viene da qui e chi viene da lì, la contraddizione continua a diffondersi tra le nostre fila, gli abitanti del mondo privilegiato. Perché le grandi menti pensanti hanno saputo dare il miglior trattamento a quell'individualismo storicamente conquistato come libertà e diritti. Separati siamo meno forti, siamo davvero vulnerabili, finiamo per diventare schiavi di noi stessi.

Coloro che guidano grandi interessi politici, di potere ed economici, in ultima analisi, sanno come ottenere il massimo da noi uno per uno.

Il risultato è che finiamo per credere di essere unici, liberi, capaci di affrontare il nostro destino. Ma dopo che la società apparente ha vinto in favore dell'uguaglianza, finiamo per essere elementi processati e vagliati. L'informazione ci fa parte delle statistiche sui consumi. Nuove forme di business in cui ognuno di noi si somma per formare una curva, una tendenza su un grafico sinistro.

Sì. È vero che le nostre società avanzate possono offrire condizioni di vita, di salute ed emotive migliori. Eppure avrai notato che alla fine tutti i progressi finiscono per essere orientati verso dove stanno i soldi. Felicità del consumatore, salute del consumatore, amore del consumatore?

Vista la nostra deriva, sembra che sia rimasta solo un'ultima roccaforte, uno spazio per la conquista della nostra anima che i robot della rete non riescono a raggiungere. E per continuare a difendere quello spazio e intraprendere nuove riconquiste verso una più effettiva eguaglianza, non ci sarebbe altra scelta che ricongiungersi, ciascuno con il proprio spazio particolare ma componendo una rete con cui confrontarsi con quell'altra intricata rete dei più malvagi interessi.

David Trueba arriva ad approfondire molti di questi aspetti con una prospettiva realistica, a volte fatalistica, ma sempre fiduciosa di un cambiamento sostanziale.

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1 commento su "Tirannia senza tiranni, di David Trueba"

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