In camper, di Ivan Jablonka

In camper Ivan Jablonka
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A volte nella forma più agile di una letteratura concisa nelle sue descrizioni e agile nel suo sviluppo, ci troviamo con il peso delle riflessioni più profonde.

Questa è in sostanza la formula di Jablonka, anche se più che uno stile sembra che sia semplicemente un modo naturale di raccontare le loro storie, non importa quanto dure o intense finiscano per essere quelle pennellate che collegano i capitoli dal sottile invito al lettore per digerire le scene, i dialoghi e i silenzi...

Qualcosa di simile è successo con quell'altra storia di questo autore, un romanzo sul caso reale dell'omicidio di una giovane donna di nome Laetitia che ha scosso tutta la Francia. A volte Jablonka, Laura Restrepo con «Il divino»O anche in straccio Con "In Cold Blood", fanno un tour della realtà più dura e finiscono per essere spinti dalla sua eccessiva impressione al romanzo più terrificante. Forse per cercare di discernere ciò che resta dell'umanità su quella strada verso la perdizione e la più selvaggia delle peggiori follie.

Ma questo libro non è un nuovo resoconto del tragico. Non del tutto almeno. Perché il viaggio in camper della famiglia Jablonka si affaccia su quel paradiso dei ricordi d'infanzia. Forti in questo caso dell'immagine di libertà e comunione di una famiglia lanciata a vedere il mondo attraverso il sud di un'Europa accattivante per tutti loro.

Ma ovviamente l'autore, in una storia così personale, salva anche quel lato meno amichevole. Perché durante quel periodo di viaggio di piacere familiare, naturalmente, compaiono le figure dei loro genitori, specialmente quella del loro padre, deciso a bruciare la felicità nei suoi figli. Un paradiso d'infanzia di cui ha sofferto quando è stato spogliato dei suoi genitori nell'abominevole olocausto nazista e di cui la narrazione dà un buon resoconto.

E il romanzo è composto proprio da quegli sguardi dall'altra parte dello specchio, intorno a un viaggio goduto all'estremo dal lato dell'infanzia e salvato nella maturità dallo stesso bambino che scopre nuovi dettagli nella memoria di quei genitori lontani dal passato .

I grandi ricordi della nostra vita sono lampi, momenti forse idealizzati ma evocati con quella malinconia a tratti inebriante. E Ivan è fedele a quella fugace costruzione della felicità, componendo un blog che salta tra ricordi, aromi, paesaggi fugaci a bordo del camper, conversazioni, canzoni e prospettive mutevoli dell'infanzia e della maturità. Una biografia selettiva e romanzata di uno di quei viaggi, di quelle avventure familiari segnate come passaggi imprescindibili nel libro della nostra vita.

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