La stessa bussola, di David Olivas

Ciò che unisce due fratelli che hanno condiviso un letto fin dall'origine delle loro cellule primarie, da quella scintilla elettrica che spara vita da uno spazio sconosciuto, diventa il leitmotiv di questo romanzo La stessa bussola.

I gemelli lo indossano sempre naturalmente. Ma noi, gli altri, li osserviamo sempre di volta in volta con quel punto di stranezza, come se non potessimo capire un'esistenza piena e indipendente di due persone costruite come repliche dal secondo 0.

Adolfo ed Eduardo sono due di quei gemelli che servono all'autore per concentrare un cosmo di personaggi che condividono la ricerca dell'amore nonostante tutto. Il nodo di questa storia trabocca di umanità. L'umanità delle cose semplici, con i contorni complessi di cui gli umani le dotano.

Nonostante l'affascinante semplicità della storia, che sembra scuoterti in ogni pagina, i suoi dialoghi abbondanti e l'intensa caratterizzazione dei personaggi fanno sì che la storia scorra veloce, intensa, con momenti in cui si riposa e viene visualizzata una vita intensa sull'amore, sulla vita e sulle paure.

Personaggi che si muovono in quell'impossibile equilibrio tra ciò che ci si aspetta nella vita e ciò che alla fine accade. La progettualità e l'improvvisazione delle emozioni che insistono a riscrivere la sceneggiatura, il blog e la prospettiva del mondo.

Una storia suggestiva che ti prende e ti insegna ad amare personaggi con i quali l'empatia diventa immediata grazie a contraddizioni e speranze ben note, le stesse che ci muovono lungo l'indecifrabile sentiero che ancora dobbiamo percorrere.

Proprio Massimo Huerta anticipa sulla copertina del libro: "Questo romanzo è un film". Bene, fai scorta di popcorn e preparati per piccole e grandi emozioni intense.

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La stessa bussola
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