Viviamo una cinematografia esplosiva continua di grandi classici del genere fantasy. Molto convenientemente (piuttosto opportunisticamente) trasferito sul grande schermo per sfoggiare gli effetti più all'avanguardia. Ma i grandi romanzi di Tolkien (intimo amico di Lewis), quelli dei propri CS Lewis o anche una corrente George RR Martin, (per citare autentici blockbuster) occuperà sempre l'immaginazione degli appassionati del genere dei nuovi mondi.
Nel caso di Lewis, forse anche Narnia può sembrare aneddotica ai lettori di altri tipi di opere nella tua bibliografia, poiché la sua vena creativa ha raggiunto una diversità di scenari e temi in presentazioni che hanno affrontato anche il genere epistolare.
Non si tratta di disprezzare il universo di narnia, con i suoi sette romanzi di grande esuberanza sparsi in un mondo nuovo davanti al quale è possibile ammirare solo la potenza dell'immaginazione in una sola mente, ma è sempre bene alternare il focus per comprendere quell'intenzione finale che risiede nel compendio della globalità , ancor più in un autore dalle profonde radici spirituali.
Così, cercando di ampliare il quadro di riferimento, oso presentare la mia selezione dei più rappresentativi di un Lewis a cui il genere fantasy ha molto di cui essere grato, ma per il quale possiamo anche sbirciare in tante altre proposte narrative tra il fantastico, esistenziale e teologico.
I 3 migliori libri consigliati da CS Lewis
Lettere del diavolo a suo nipote
Va bene, come dicevo prima, quasi tutti conosciamo Narnia, anche se solo di sfuggita dal panorama cinematografico. Quindi ora è il momento di viaggiare in un'altra dimensione, verso un altro orizzonte di un autore capace di approfondire con umorismo, tocchi di fantasia e persino interesse informativo i temi universali del paradiso e dell'inferno, di Dio e dei demoni.
In questo libro incontriamo Scrutopo, che viene a rappresentare il diavolo delle tentazioni di Cristo e coloro che, sotto la sua scuola, si dedicano ad offrirci tentazioni mondane con cui assicurare la nostra perdizione.
Uno dei migliori allievi di Scrutopo fu Assenzio, suo nipote, forse non il più dotato dei demoni, ma sulle cui spalle Scrutopo vuole portare la responsabilità familiare verso l'ultima e millenaria impresa dell'inferno: distruggere l'uomo.
Le cronache di Narnia 7, l'ultima battaglia
Potrebbe non essere l'idea migliore consigliare di leggere l'ultima puntata di una saga. Ma se ci atteniamo allo scopo, senza dubbio questo romanzo che concentra un esito tanto atteso suppone una lettura intensa, di sudori freddi e letture febbrili.
Perché tutto è in gioco, dopo migliaia di pagine in cui un mondo nuovo si stendeva a puntate. L'idea che tutto ciò che viene toccato da un essere umano acquisisca quella predestinazione al disastro è alla base del bisogno spirituale del suo autore.
E sembra che lo spirito umano contraddittorio sia germogliato a Narnia. Proprio come il nostro mondo può essere guidato verso l'autodistruzione grazie al nostro intervento, così Narnia può venire a conoscenza della nostra sfortuna fatalistica. Ma sono disposti a lottare affinché non arrivi la fine di tutto ciò che è stato costruito...
Peccato per l'osservazione
E torniamo fuori da Narnia attraverso lo stesso armadio da cui siamo entrati e fermiamoci a un piccolo gioiello dello scrittore fatto Pietro, l'uomo di poca fede che diffida di Dio.
Nel caso di Lewis il dubbio sorge, come in tanti altri casi, dopo la perdita. Lui, che ha perso la moglie a causa di un cancro vorace, ripropone una domanda posta milioni di volte tra furia e disperazione.
Che tu sia credente o meno, è sempre interessante trovare l'autore di un genere teoricamente banale come il fantastico, affrontando dubbi e approfondendo il senso della vita o la totale mancanza di essa quando proprio le parole, l'universo che Lewis così ben padroneggiate da sole offrono la più vuota delle possibilità : la "solitudine".