I 3 migliori libri di Yoko Ogawa

C'è vita nell'attuale letteratura giapponese oltre Murakami. Perché il caso di Yoko ogawa È stato anche un fenomeno mondiale nella sua narrazione dell'incontro più insospettato dei numeri e dei loro messaggi al di là delle semplici operazioni per raggiungere un significato umanistico, come un approccio umano che alla fine sono i numeri.

Come risultato di quel desiderio di equilibrio tra lettere e numeri nel loro insieme, è apparso il suo libro "La formula preferita dell'insegnante", dove tutti abbiamo potuto imparare che la mente, e soprattutto la memoria, potrebbe non abbandonarci così tanto al nostro destino se ci aggrappiamo alla perennità dei numeri e delle loro formulazioni.

Ma Ogawa non si accontentò di risvegliare la curiosità di mezzo mondo dalla sua scoperta metalletteraria e si dedicò a un'opera prolifica. Principalmente una grande raccolta di romanzi in cui riversa quel fascino della narrativa più orientale. Storie che compaiono alla nascita di ogni nuovo giorno, anticipate e consapevoli della pausa necessaria con cui affrontare il ritmo che è già dato dalla vita stessa.

I 3 migliori romanzi consigliati da Yoko Ogawa

La formula preferita dell'insegnante

L'esplosione internazionale di una creatività made in Ogawa, capace di ripensare le distanze tra linguaggio e matematica. Uno di quei romanzi dirompenti ben oltre il meramente letterario. Tutto questo con un'ambientazione molto ravvicinata che riesce ad esaltare ulteriormente l'aspetto umanistico che racchiude tutto nel suo cerchio perfetto.

La storia di una madre single che va a lavorare come assistente in casa di una vecchia e imbronciata insegnante di matematica che ha perso la memoria in un incidente d'auto (o meglio, l'autonomia della sua memoria, che dura solo 80 minuti).

Appassionata di numeri, la maestra si affezionerà all'assistente e al figlio di 10 anni, che battezzerà "Root" ("Square Root" in inglese) e con cui condivide la passione per il baseball, fino a forgiarla tra loro una vera storia di amore, amicizia e trasmissione di conoscenze, non solo matematiche...

La formula preferita dell'insegnante

La polizia della memoria

La particolare distopia di questo autore giapponese che raccoglie il guanto del consueto approccio sociologico tipico di tanti altri narratori giapponesi. Una storia con un retrogusto anche al Margaret Atwood più interessato allo spogliarsi delle oscenità sociali.

Un misterioso fenomeno si verifica su una piccola isola. Un giorno gli uccelli scompaiono, il giorno dopo potrebbe scomparire qualsiasi cosa: i pesci, gli alberi... Peggio ancora, scomparirà anche il ricordo di loro, così come le emozioni e le sensazioni che erano associate a loro. Nessuno allora saprà o ricorderà cosa fossero. C'è persino una forza di polizia dedita a perseguitare coloro che conservano la capacità di ricordare ciò che non esiste più.

Su quell'isola vive una giovane scrittrice che, dopo la morte della madre, cerca di scrivere un romanzo mentre cerca di proteggere il suo editore, che è in pericolo perché è uno dei pochi che ricorda. Sarà aiutata da un vecchio le cui forze stanno cominciando a venir meno. Intanto, piano piano, la nostra protagonista sta plasmando il suo romanzo: è la storia di una dattilografa il cui capo finisce per trattenerla suo malgrado in un loft. Un lavoro sul potere della memoria e sulla perdita.

La polizia della memoria

Albergo Iride

Il curioso magnetismo per la fatalità, il desiderio di perdizione, la paura capace di ispirare anime anestetizzate da una realtà che diventa troppo piatta, di insopportabile inerzia. Un romanzo affascinante sull'assunzione della sconfitta come destino, come tentazione ineluttabile trasformata in pulsione essenziale, attrazione fisica di piacere e dolore.

Mari, una ragazza di diciassette anni che aiuta la madre a gestire un modesto albergo di famiglia vicino alla spiaggia, di notte sente le urla di una donna che esce seminuda da una delle stanze, imprecando un misterioso uomo dall'età avanzata. Questo, imperturbabile, gli ordina di tacere con poche parole taglienti.

L'autorità con cui li pronuncia ha l'effetto di un incantesimo sulla giovane, che si sente subito e irresistibilmente attratta da lui. Pochi giorni dopo, lo ritrova per caso e sente il bisogno di seguirlo. L'uomo è un traduttore russo con un passato oscuro, sua moglie è morta in circostanze strane e vive in un villaggio solitario su un'isola quasi deserta.

Da quell'incontro nasce tra loro un torbido rapporto, e la casa dell'uomo diventa un luogo inquietante di intima trasgressione. Yoko Ogawa, uno dei romanzieri più letti in Giappone, questa volta approfondisce il territorio oscuro della psicologia sessuale, che, come i personaggi del libro, disturba e attrae o respinge il lettore.

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